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GRUPPO DI IMPROVVISAZIONE NUOVA CONSONANZA - MUSICA SU SCHEMI (VINILE NERO LIM. E NUM. 300) - COM341

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GRUPPO DI IMPROVVISAZIONE NUOVA CONSONANZA - MUSICA SU SCHEMI (VINILE NERO LIM. E NUM. 300) - COM341

GRUPPO DI IMPROVVISAZIONE NUOVA CONSONANZA - MUSICA SU SCHEMI (VINILE NERO 180 GR. TIRATURA LIMITATA E NUMERATA A 300 COPIE) - COM 341

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Il fulcro di “Musica su schemi”, pubblicato nel 1976 dal Gruppo di Improvvisazione Nuova Consonanza, risiede nell’idea stessa di improvvisazione “schematica”: la musica si affida a mappe concettuali – “schemi” – che gli autori, compositori e performer allo stesso tempo, usano come punto di partenza per esplorazioni sonore libere ma tali da rimanere all’interno di un intento strutturato.

Il disco si apre con “Schema 1” e “Schema 2”, lunghe improvvisazioni sonore in cui si percepisce la tensione tra disciplina e caos: gli strumenti vengono percossi, preparati, piegati – fino a rasentare il rumore – ma sempre con grande controllo compositivo. C’è una continua interazione tra la consapevolezza collettiva e lo scatto istintivo: l’ascoltatore si trova immerso in un dialogo di respiro cameristico e di improvvisazione radicale, in bilico tra violenza e grazia sonora.

Il lato B contiene “Schema 3”, breve frammento sospeso di pochi minuti, seguito da “Omaggio a Giacinto Scelsi”, un omaggio esplicito al compositore che lavorava sul microtonale e il suono interiorizzato. Qui emergono consonanze rarefatte e spiragli melodici che rimandano direttamente alle pratiche di Scelsi.
Quello di Nuova Consonanza non è puro azzardo sonoro, ma una riflessione radicale su come trasformare l’improvvisazione in un atto di contemporanea composizione: gli schemi sono il collante che permette alla libertà espressiva dei singoli di diventare organica dentro l’ensemble.

Il fascino del disco sta nella sua capacità di sorprendere ogni volta: rumori industriali e sussurri timbrici, allitterazioni di fiati e percussioni che sembrano detenere un senso archetipico. Spesso gli ascoltatori meno abituati etichettano queste sonorità come “rumore”, mentre chi sa ascoltare riconosce nei brani un’eredità cageana, xenakiana e scelsiana, capace di smontare i confini tra suono intenzionale e rumore intenzionale.

Pur registrato tra tensioni e coraggio espressivo, “Musica su schemi” non suona mai dispersivo. Il fluire delle tracce racconta una parabola emotiva: partendo da spazi sonori frammentati e densi, arriva a momenti introspettivi, come quello dedicato a Scelsi. Si ha la sensazione di attraversare un paesaggio musicale che cambia in continuazione, rimanendo però coerente nella sua unità di visione.

In chiave critica moderna, questo album rappresenta uno dei momenti più avanzati del collettivo: un testamento estremo della loro idea di improvvisazione consapevole, tra post-serialismo europeo e avanguardia concreta. È un disco che resta stupefacente anche oggi, un punto fermo per chi cerca una musica che non accetta né compromessi né definizioni facili.

In sintesi, “Musica su schemi” non è un semplice album di improvvisazione: è un mantra concettuale, una sfida sonora nell’organizzazione del caos. Chi vi si immerge scopre una forma di bellezza che non somiglia a nulla di noto, e capisce che il vero limite non sta nell’improvvisazione, ma nel decidere come farla.

Il rapporto tra “Musica su schemi” ed Ennio Morricone è profondo e strutturale, non solo perché Morricone ne fu uno dei principali membri, ma anche perché l’intero impianto concettuale dell’album – e in generale del Gruppo di Improvvisazione Nuova Consonanza – riflette una delle anime più sperimentali e meno note del grande compositore romano.
Siamo abituati a pensare a Morricone come l’autore delle iconiche colonne sonore per Sergio Leone, Tornatore, Bertolucci, Carpenter, ecc. Ma già dagli anni ’50, Morricone si muoveva nel campo della musica d’avanguardia, al fianco di figure come Franco Evangelisti, Egisto Macchi, Roland Kayn e lo stesso Scelsi. Fu proprio in quel contesto che nacque nel 1964 il Gruppo di Improvvisazione Nuova Consonanza: un laboratorio sonoro radicale, in cui la scrittura era sostituita da schemi, gesti, intuizioni e dove il suono era trattato come materia viva, da modellare in tempo reale.
Nel disco “Musica su schemi”, Morricone è compositore, trombettista e ideologo. Il titolo stesso riflette una delle sue idee guida: non improvvisare nel vuoto, ma all’interno di strutture elastiche, “schemi” appunto, che indirizzano senza vincolare. Questi schemi potevano essere grafici, verbali, simbolici: erano forme aperte, lontane dalla notazione tradizionale, ma pensate per generare interazione tra i musicisti e coerenza drammatica.

Morricone ha più volte spiegato che questo metodo influenzò profondamente anche le sue colonne sonore: le tessiture irregolari, gli arrangiamenti rumoristici, le sovrapposizioni timbriche che troviamo nei suoi film derivano dall’esperienza con Nuova Consonanza. Per lui non esisteva separazione tra musica “seria” e musica “di consumo”, tra suono sperimentale e suono narrativo: tutto doveva servire l’idea, la tensione, il significato.
Nel contesto di Musica su schemi, Morricone spinge il gruppo verso una forma di astrazione concreta, dove la tromba viene filtrata, il silenzio ha lo stesso peso del gesto sonoro, e gli strumenti tradizionali vengono usati in modo obliquo, preparati, percossi, trasformati. Questo approccio anticipa molte pratiche della musica contemporanea e influenzerà indirettamente anche la musica ambient, il free jazz europeo e il noise elettroacustico.

L’album è finalmente di nuovo disponibile, in una esclusiva versione in vinile nero / 180 grammi, con tiratura limitata e numerata di 300 copie.

Tracklist:

Side A
Schema 1 8:55
Schema 2 11:14

Side B
Schema 3 2:30
Omaggio A Giacinto Scelsi 16:40

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